Brasile, celebrato da Bolsonaro golpe del 1964. Ha vinto appello contro primo stop

Il giudice federale brasiliano, Ivani Silva da Luz, del sesto Tribunale federale di Brasilia, aveva vietato al "nostalgico" presidente di estrema destra Jair Bolsonaro di ordinare atti commemorativi del colpo di stato del 1964, che instaurò il 31 marzo di 55 anni fa una dittatura militare in Brasile fino al 1985, in cui si avvicendarono vari generali come dittatori, fra cui anche uno di origine italiana, Emilio Garrastazu Medici (periodo 1969-74, nella foto d'apertura, rientra in aereo dal Messico con la nazionale brasiliana vincitrice nel 1970 della Coppa Rimet - l'ex trofeo del campionato mondiale di calcio - sollevato dal campione "Pelé" - Edson Arantes do Nascimento. Il Brasile sconfisse in finale proprio l'Italia).

Un altro giudice d'appello, Maria do Carmo Cardoso (nella foto a destra), ha accettato la tesi del ricorso di Bolsonaro, secondo cui la democrazia brasiliana è abbastanza forte da comprendere "il pluralismo delle idee".

La giudice di primo grado aveva vietato le celebrazioni sostenendo che la data del golpe militare "non sono compatibili con il processo di ricostruzione democratica" del Brasile e che "contraddicono l'ordine di mantenere un'educazione continua sui diritti umani, come strumento di garanzia di non ripetizione, stabilito in una sentenza emessa dalla Corte interamericana dei diritti umani". La Silva da Luz ha definito il regime militare come una regressione rispetto alla quale "la generazione attuale e le generazioni future devono essere preservate". Secondo la giudice d'appello, invece, commemorare il golpe, che pure diede inizio a un regime antidemocratico, non vuol dire riscrivere la storia o nascondere la verità: "Non vedo alcuna violazione dei diritti umani", visto che simili manifestazioni hanno avuto luogo negli anni passati, seppure nel chiuso delle caserme, "senza conseguenze negative".

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