Venezuela, M5S: 'Italia e Grecia promuovano dialogo'. No a riconoscimento Gauidò

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"Accogliamo con soddisfazione la decisione della Grecia di respingere la logica dell`ultimatum sulla crisi in Venezuela e di proporsi in un ruolo di mediazione con Messico e Uruguay per la soluzione della controversia in corso". Lo comunicano i senatori della Commissione Affari esteri del Senato, commentando una nota del viceministro degli esteri greco Georgios Katrougalos (di Syriza, coalizione di sinistra radicale del governo di Alexis Tsipras, nella foto col nostro premier Giuseppe Conte, espressione pentastellata).

"Siamo convinti - aggiungono i senatori del Movimento, da sempre filo-chavista - che Grecia e Italia possono spingere l`Unione europea ad abbandonare posizioni che rischiano di alimentare quell`escalation di violenza incontrollata di cui ha parlato Papa Francesco e di cui siamo tristi testimoni negli ultimi anni in tanti paesi. Da preferire è la via del dialogo, della pace e della riconciliazione". Parole che dimostrano che i pentastellati o non conoscono o fanno finta di non sapere qual è da anni la situazione politica in Venezuela, dove il governo chavista (oggi minoranza) e opposizioni (che controllano due terzi dell'Assemblea nazionale, esautorata delle sue funzioni) non possono dialogare perché non si riconoscono più reciprocamente, almeno da quando Nicolas Maduro è diventato presidente nel 2013. Una posizione, quella pentastellata, che conferma che il Movimento (qualora ce ne fosse ancora bisogno), anche per i suo programma politico, ha una collocazione di sinistra radicale. Se ne sono accorti anche i loro elettori di destra che ora, stando ai sondaggi, sono passati a sostenere la Lega di Matteo Salvini che, invece, sul Venezuela è chiaro ("Maduro non è capace nemmeno di guidare un condominio", ha detto) ma isolato nel governo giallo-verde non guidato dal suo partito.

"Concordiamo in particolare - concludono i senatori del M5s - con la conclusione della nota del Ministero degli Esteri greco: l`obiettivo prioritario di tutti deve essere quello di evitare che il Venezuela diventi la nuova Libia". Paese che non è mai stato una democrazia, mentre il Venezuela sì.

L'unico presidente italiano schierato da sempre contro Maduro e a favore di Juan Guaidò e quello del Parlamento europea Antonio Tajani (Forza Italia), che ha detto: "Sulla vicenda Venezuela, mentre tutto il mondo fa delle scelte, e il Parlamento europeo le farà nelle prossime ore, magari anche esprimendosi con un voto, il governo italiano non ha una posizione, anzi: la principale forza di governo si schiera dalla parte di Maduro, della repressione e contro il popolo. Quando ci sono tanti italiani che vivono lì, e tanti venezuelani che sono di origine italiana, la principale forza di governo non può non occuparsi della democrazia - conclude Tajani (nella foto a fianco, consegna il Premio Sacharov 2017 agli oppositori venezuelani Antonio Ledezma e Julio Borges) - E' una posizione ambigua, inaccettabile, balbettante: quando si tratta di difendere i valori bisogna avere coraggio, dire da che parte si sta: o dalla parte della democrazia o dalla parte della dittatura. Questo governo non si è capito da che parte sta, litigano anche su questo...".

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