"Associazionismo ed emigrazione" in Svizzera, libro-dibattito a Pescara

"Associazionismo ed emigrazione - Storia delle colonie libere e degli italiani in Svizzera" è il titolo del libro di Toni Ricciardi (Laterza editore) che verrà presentato a Pescara venerdì 28 febbraio, ore 17,30, nella sala convegni della Fondazione PescaraAbruzzo.

Ospiti dell'incontro saranno, insieme all'autore - docente di Storia delle Migrazioni all'Università di Ginevra - i senatori Claudio Micheloni, eletto all'estero e residente in Svizzera, dove presiede la Federazione delle Colonie libere italiane in terra helvetica, e Giovanni Legnini, sottosegretario all'Editoria del governo Letta, che si augura possa essere confermato nell'incarico anche dal nuovo premier Matteo Renzi. Parteciperanno pure Ezio Sciarra, docente di Sociologia all'Università "Gabriele D'Annunzio" di Chieti, Mauro Tedeschini, direttore del quotidiano "Il Centro", e Nicola Mattoscio, presidente della PescaraAbruzzo. Il volume è  di stretta attualità perché proprio alcuni giorni fa la Svizzera ha votato un ennesimo referendum nel quale ha sancito la volontà di limitare l'ingresso degli stranieri nei propri confini, difficilmente compatibile, però, con le norme del Trattato di Schengen a cui ha aderito pur non facendo parte dell'Ue. "Si tenga conto che il primo referendum antistranieri in Svizzera è del 1965 – ricorda Ricciardi - e che l’Unione democratica di centro (Udc), e più in generale i partiti di estrema destra (antistranieri) si 'istituzionalizzano' in Svizzera a partire dagli anni 80, cioè, un decennio prima, per esempio, della Lega Nord, o del Fronte nazionale francese. La vera novità di questa tornata elettorale è che per la prima volta, nonostante il parere negativo del governo, delle associazioni di categoria padronali e sociali, passa una iniziativa di limitazione del contingente, in questo caso non di stranieri, bensì, di cittadini dell’Ue. Storicamente tutte le iniziative del genere sono sempre state respinte per mere questioni di ordine economico, ergo: è svantaggioso per la nostra economia rinunciare agli stranieri. Infine, il risultato del Cantone Ticino – conclude – che ha meno frontalieri di quello di Ginevra o Basilea, è marcatamente un voto contro gli italiani. D’altronde, come negli anni 70, sono i cantoni con le performance economiche peggiori ad accettare l’iniziativa. Città come Basilea o Zurigo (quest’ultima al top mondiale, insieme a New York e Tokio per perfomance d’internazionalizzazione e innovazione) invece la bocciano chiaramente".

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